Frustate e calci: l’ennesimo episodio di violenza omofobica.
Un vero e proprio agguato ai danni di una coppia di ragazzi gay si è consumato lo scorso weekend nella nostra città sotto gli occhi di tutt3. Questa aggressione non è un caso isolato, ma parte di un fenomeno sistemico di violenza omofobica che continua a colpire la comunità LGBTQIA+. Episodi di violenza come questo sono il risultato di una matrice ben nota, fortemente influenzata dalle politiche di questo governo.
Violenza sistemica contro la comunità LGBTQIA+: una realtà quotidiana
Ogni giorno, la comunità LGBTQIA+ denuncia atti di violenza e discriminazione. Questi non sono eventi sporadici, ma manifestazioni di un sistema che perpetua l’odio e la discriminazione. Se non siamo liber3 di camminare per le strade delle nostre città senza chiederci se e come subiremo violenza, non siamo liber3 di esistere. Questo clima di paura è alimentato da narrazioni tossiche che dipingono la nostra comunità come deviante e senza diritti.
La responsabilità della politica nelle narrazioni omofobiche
“Quando il governo e la politica portano avanti narrazioni tossiche sulla nostra comunità, indicandoci come devianze, vite di serie b senza tutele e diritti, ci indicano come target,” ha dichiarato il nostro presidente Mario Colamarino. “La violenza istituzionale si traduce in violenza fisica e psicologica negli spazi della cittadinanza, nei luoghi di tutt3 che diventano di poch3. Sulle nostre vite viene fatta propaganda, sui nostri corpi si compiono abusi.”
La necessità di un cambiamento culturale
Come comunità, non solo denunciamo quanto accaduto, ma ciò che lo ha reso possibile: una cultura tossica e omotransfobica che dilaga grazie alle destre conservatrici e che deve essere fermata ora. La lotta contro l’omofobia non si limita alla condanna degli atti di violenza, ma richiede un cambiamento profondo nella cultura e nelle politiche del nostro Paese.
La battaglia per i diritti della comunità LGBTQIA+ è lungi dall’essere vinta. Ogni episodio di violenza è un grave promemoria di quanto ancora c’è da fare. È fondamentale che tutte le persone si uniscano per combattere l’odio e la discriminazione, ma soprattutto che che istituzioni si prendano la responsabilità del loro mandato tutelando la cittadinanza, agendo per costruire una società più giusta per tutt3.