Niente ricorso: in Kenya esistono ancora leggi contro gli omosessuali

C’è chi festeggia per la vittoria conquistata, come il Taiwan, primo paese asiatico a celebrare matrimonio dello stesso sesso, e chi si vede negati i propri diritti ancora una volta.

In Kenya vigono tuttora le leggi proclamate nell’Ottocento dai colonizzatori britannici che vietarono le relazioni omosessuali.

Erano state lanciate numerose petizioni e finalmente la richiesta di ricorso nell’interesse della legge contro i gay era arrivata all’Alta Corte.

Purtroppo però proprio lo scorso venerdì è stato ufficialmente respinto il ricorso: l’omosessualità continuerà ad essere un reato perseguibile fino a 14 anni di carcere.

La motivazione dell’Alta Corte spiega che secondo il codice penale è perseguibile “la conoscenza carnale contro l’ordine della natura” e che quindi non è specifica contro le relazioni LGBT+.

Eppure qualche spiraglio di speranza c’era stato, l’esito era stato così inaspettato perché in alcuni stati africani erano già stati fatti piccoli passi: in Mozambico erano state abolite le leggi contro i gay e in Botswana un uomo transgender era stato riconosciuto legalmente come uomo.

Inoltre lo scorso anno in Kenya era stato reso illegale il test anale forzato, una pratica frequente dei medici sui sospettati gay. Invece in Egitto, Camerun, Zambia, Libano, Uganda, Turkmenistan ancora viene eseguito.

Questa negazione è stata un duro colpo per lo stato africano, l’ennesimo dopo la recente morte di uno dei più grandi esponenti per i diritti gay, lo scrittore e giornalista Kenneth Binyavanga Wainaina. E’ morto all’età di 48 anni causa ictus, nonostante fosse sieropositivo da anni.

Aveva fatto coming out nel 2014 attraverso un breve racconto indirizzato a sua madre intitolato “I am a homosexual, mum”, che gli fece guadagnare un posto nella classifica annuale Time 100 come una delle persone più influenti al mondo.

Una grave perdita, sebbene la sua eredità spirituale sarà sicuramente di ispirazione per tutti gli altri attivisti africani e i membri del GALCK (Gay and Lesbian Coalition of Kenya) che hanno lottato e che ancora dovranno lottare per i propri diritti.

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