Daniel Davis Aston, 28 anni; Derrick Rump, 38 anni; Kelly Loving, 40 anni; Ashley Paugh, 35 anni; Raymond Green Vance, 22 anni. Questi i nomi delle 5 vittime della terribile sparatoria avvenuta nel locale LGBT+ Club Q, a Colorado Springs, in Colorado negli Stati Uniti nella notte tra il 19 e il 20 novembre. Altre 25 persone sono rimaste ferite in quello che può essere considerato un vero e proprio attacco alla comunità LGBTQIA+.
D’altro canto la data dell’attentato verificatosi nel locale, in cui era in corso uno spettacolo drag, corrisponde a quella del TDoR, il Transgender Day of Remembrance, durante il quale si commemorano le vittime della transfobia. Tra le vittime della sparatoria non a caso compaiono anche persone transgender.
A mettere in atto questo atroce gesto un ragazzo di soli 22 anni, traviato dal clima di odio che si respira in uno Stato in cui pochi giorni prima i parlamentari Repubblicani avevano chiesto di fermare tutti gli show drags intimando alle drag queen di “stare lontano dai nostri bambini”.
A fermare l’attentatore sono statə un veterano e una donna trans: il primo placcando il ragazzo e la seconda tramortendolo con un paio di tacchi. Gli stessi tacchi che, vuole la leggenda, vennero scagliati da Sylvia Rivera contro la polizia allo Stonewall Inn, da cui partì il movimento di liberazione omosessuale.
“Alle famiglie delle vittime dell’attentato va il nostro abbraccio e la nostra vicinanza”, afferma Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, “e la promessa che in Italia spenderemo tutte le nostre energie per contrastare lo stesso clima di terrore e odio omolesbobitransfobico che con le loro affermazioni sconsiderate e le loro leggi indegne vorrebbero instaurare alcune forze politiche”.