Come in un romanzo di George Orwell, in Italia la verità è menzogna: Simone Pillon, insieme ai cosiddetti Pro-life e Pro-family, protestano per le parole considerate accese pronunciate sul palco del Roma Pride da Mario Colamarino, portavoce della manifestazione e presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli.
Come ormai ci hanno abituato da tempo, quest3 odiator3 seriali non solo capovolgono la realtà dei fatti – provando a fare le vittime – ma continuano a dimenticarsi delle parole vergognose che ogni giorno usano contro di noi e contro tutta la comunità LGBTQIA+. In un post sui social si definiscono l3 ver3 discriminat3 affermando ancora una volta l’esigenza di un Etero Pride denigrando la nostra manifestazione e deridendo quel milione di persone che sabato scorso ha manifestato a Roma con orgoglio per i diritti di tutt3.
“A Pillon, che di recente è stato l’avvocato di Silvana De Mari nella causa per diffamazione che il Circolo ha intentato e vinto contro l’ex dottoressa, voglio ricordare che gli atteggiamenti violenti e le prese di posizione gonfie di odio non sono attribuibili alla comunità LGBTQIA+ ma molto spesso provengono da chi – come i Pro-life – vorrebbe silenziarci e cancellarci”, risponde Mario Colamarino.
“Eventi gioiosi e di rivendicazione come il Pride, in cui hanno partecipato oltre un milione di persone, non sono particolarmente adatti a personaggi che promuovono ogni giorno odio, intolleranza ed esclusione. A ognuno il suo. E se a “personalità” come Pillon queste importanti battaglie non vanno a genio, non possiamo che rispondere ironicamente: “Dillo alla mamma, dillo all’avvocato”, conclude Colamarino.