La Corte di Appello di Torino ha confermato la condanna di Silvana De Mari per diffamazione nei confronti del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli e l’ha condannata al pagamento delle spese legali e accessorie.
Come avevamo sostenuto fin dall’inizio, dopo il primo grado del 2019 i giudici hanno di nuovo reputato che non è possibile usare termini come “pedofilia, necrofilia e coprofagia” in relazione alla nostra associazione, senza subirne le ovvie conseguenze legali.
Accogliamo quindi con grande soddisfazione l’esito di questa vicenda giudiziaria, anche perché, oltre a ristabilire il nostro onore, è un avvertimento per chiunque abbia intenzione di fare ciò che vuole sulla pelle delle persone lgbtqia+.
“Leggeremo le motivazioni della Corte tra 90 giorni, ma non abbiamo nessuna paura di affrontare un eventuale ricorso in Cassazione, sicuri di vincere anche l’ultimo grado di giudizio”, ha dichiarato il presidente del Circolo Mario Colamarino.
Incassata questa vittoria, non dobbiamo abbassare la guardia rispetto all’omolesbobitransfobia. La De Mari infatti, ricorda Colamarino, “è espressione di gruppi organizzati di omofobi, una rete che va dalla politica, ai giornali e alle associazioni”. Rimane quindi fondamentale restare uniti nella lotta contro la discriminazione.