Si arena la Proposta di Legge sulla lotta a HIV/AIDS e IST

Le organizzazioni che hanno collaborato al miglioramento del testo della PdL 1972, chiedono ai delegati della prossima legislatura di proseguire negli impegni presi

Lo scioglimento anticipato delle Camere, determinato dalla caduta del governo Draghi, ha purtroppo fatto arenare anche una Proposta di Legge, la 1972, che aveva l’obiettivo di superare la legge 135 del 1990 sugli interventi per l’HIV/AIDS in Italia, una buona legge ma che, a quarant’anni, dalla comparsa dell’HIV, richiede improrogabili aggiornamenti dal punto di vista scientifico, sociale e di politiche sanitarie. Le community e le associazioni impegnate nella risposta all’HIV/AIDS chiedono che il rilancio della proposta sia tra i primi impegni della prossima legislatura.

Il lungo e serrato lavoro di confronto tra tutti gli interlocutori, (in particolare con gli onorevoli Mauro D’Attis, relatore, Luca Rizzo Nervo, Riccardo Magi, Nicola Stumpo, Giuditta Pini), in un virtuoso rapporto di collaborazione tra società civile e istituzioni, aveva permesso di adeguare il testo alla grande sfida che ci attende per i prossimi anni: sconfiggere l’HIV/AIDS entro il 2030, come previsto dall’Agenda ONU per uno Sviluppo Sostenibile (SDGs), da OMS, EMA, Parlamento Europeo che da anni raccomandano l’inclusione del Terzo Settore. Prezioso punto di partenza è stato il Piano Nazionale AIDS 2017-2020, elaborato grazie alla stretta collaborazione tra società civile, comunità medico-scientifica, istituzioni e poi, purtroppo, rimasto largamente inapplicato.

Approvato in commissione Affari sociali della Camera, con il contributo e il consenso delle forze politiche, scientifiche e sociali, il testo aveva accolto le nostre proposte più innovative sia sul piano sociale sia su quello sanitario: rimborsabilità della PrEP (la profilassi Pre-Esposizione), accessibilità del test per l’HIV ai minorenni, integrazione di tutti i servizi per la salute sessuale, prevenzione nelle scuole, miglioramento dei percorsi di retention in care, valorizzazione del ruolo delle community, inclusione del terzo settore e del test nei contesti non sanitari, valorizzazione del messaggio U=U (le persone con HIV in trattamento e con carica virale soppressa non trasmettono il virus), lotta allo stigma, sostegno alla ricerca, accesso globale e personalizzato alla terapia, interventi per le popolazioni chiave, persone fragili e in detenzione. Parere positivo sulla legge era stato espresso anche dalla relazione del Ministero della Salute.

In questa iniziativa legislativa sono stati investiti tempo, passione e risorse sia delle associazioni che del Parlamento eletto dai/dalle cittadini/e. Esortiamo pertanto tutte le forze politiche che hanno votato a favore del testo (FI, PD, LEU, Movimento 5 stelle, Più Europa, Lega, Italia Viva) a ripresentarlo nella prossima legislatura, a migliorarlo riprendendo da subito il confronto con associazioni e community e ad approvarlo in via definitiva.

Chiediamo, inoltre, a tutte le forze politiche di assumere impegni precisi sulla risposta all’HIV/AIDS, nella direzione di quanto elaborato.

Attendiamo, infine, una conferma urgente da parte del Ministero della Salute sul D.M. del 17 marzo 2021, che permette l’effettuazione di test rapidi per HIV e altre IST da parte di operatori non sanitari adeguatamente formati.

La tutela della salute di tutte e tutti è una priorità dell’agenda politica; un’efficace risposta all’HIV/AIDS non può che essere guidata dal rispetto per i diritti umani, dalle evidenze scientifiche e dagli impegni internazionali che il nostro Paese ha preso per l’obiettivo della Salute Globale (Obiettivi 2030).

MARIO MIELI
NADIR
LILA
PLUS
ASA
ANLAIDS
NPS
CNCA
CICA
ARCIGAY
ARCOBALENO AIDS

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