La decisione di AIFA di rinviare il via libera alla gratuità della PrEP, l’efficacissima Profilassi pre-Esposizione che previene l’HIV, proprio nell’ultimo passaggio autorizzativo, è grave e inaccettabile per un paese come il nostro, che ha sottoscritto in ambito ONU l’impegno a sconfiggere l’AIDS entro il 2030. Questo stop, dopo altri nulla di fatto da parte di AIFA e del Ministero della Salute, conferma come l’Italia sia uno dei paesi occidentali più arretrati e oscurantisti sul fronte della prevenzione dell’HIV e uno dei pochi a welfare avanzato a non erogare gratuitamente questo farmaco.
La sospensione è stata decisa lo scorso giovedì 23 marzo dal CPR, il Comitato prezzi e rimborsi dell’AIFA, il cui compito era esclusivamente quello di definire il prezzo d’acquisto del farmaco da parte del nostro Servizio Sanitario, da trattare poi con le aziende produttrici. La CTS, la Commissione Tecnico-Scientifica di AIFA, che certifica sicurezza, indicazioni d’uso e rimborsabilità dei medicinali, aveva infatti già dato il suo via libera.
Approvata fin dal 2012 della FDA (Food and Drug Administration Statunitense) e nel 2016 dall’EMA, Agenzia europea del farmaco, la PrEP consiste nell’assunzione di compresse, prima e dopo l’esposizione al rischio di contrarre l’HIV (rapporti sessuali senza preservativo, utilizzo in comune di siringhe). Composto da Tenofovir disoproxil fumarato ed Emtricitabina, il farmaco è già da tempo utilizzato per il controllo dell’HIV per cui se ne conoscono bene tollerabilità, sicurezza ed efficacia. Se assunta correttamente, la profilassi offre una protezione dall’infezione che sfiora il 100%: lo certificano tutte le agenzie sanitarie internazionali (ONU, UNAIDS, OMS, ecc) che raccomandano di favorire al massimo l’accesso alla PrEP e lo dimostrano i dati provenienti dai paesi in cui è rimborsabile (tra questi: Francia, Germania, Spagna Portogallo, Belgio, Danimarca, Finlandia, Regno Unito e molti altri).
Destinata, ovviamente, a persone che risultano non aver contratto già l’HIV, la PrEP può essere assunta da tutte e tutti, quale che sia identità di genere e orientamento sessuale. In Italia può essere prescritta da specialisti in malattie infettive ma le spese sono tutte a carico di cittadini/e: quelle per i farmaci (circa 60 euro a confezione) e spesso anche quelli per gli accertamenti diagnostici richiesti. La non gratuità della PrEP costituisce una barriera insormontabile per le persone più giovani e per quei gruppi di popolazione più esposti al virus perché socialmente (e dunque economicamente) più vulnerabili.
Le associazioni e la community che si occupano da decenni del contrasto all’HIV e dei diritti delle persone LGBTQIA+ denunciano con forza questa reiterata violazione del diritto alla salute e sottolineano come il mancato accesso alla PrEP provocherà centinaia di nuove infezioni che potrebbero essere evitate. Il potere preventivo della PrEP è inoltre fondamentale per ridurre i costi umani, sociali e sanitari dei trattamenti per il controllo dell’HIV che durano per tutta la vita.
Ad AIFA chiediamo di non tradire il proprio mandato e la propria autonomia e di procedere subito al via libera, sperando che questo rinvio non sia stato influenzato dall’imminente riorganizzazione dell’Agenzia, dal rinnovo di organismi e cariche o dal mutato clima politico.
Al Ministro della Salute Schillaci chiediamo di fare chiarezza su quanto sia accaduto e di sollecitare decisioni conformi alle raccomandazioni internazionali.
Alle cittadine e ai cittadini chiediamo di essere al nostro fianco e di sostenerci in questa battaglia di civiltà e diritti aderendo alla petizione: “PrEP gratuita subito e per tutt@” che lanciamo da oggi.