L’emendamento approvato oggi dal Parlamento europeo, che condanna il governo italiano per lo stop alla registrazione dei certificati di nascita dellə figliə di coppie omogenitoriali, conferma quanto sosteniamo da mesi, ovvero che in Italia viene attuata una sistematica operazione di discriminazione e di attacco costante ai danni della comunità LGBTQIA+ e delle famiglie arcobaleno, anche in aperta violazione dei diritti dei minori.
Uno smacco per il nostro Paese, tra i membri fondatori dell’Unione Europea, e una conferma al nostro timore, ormai non più infondato, che vi sia in atto un allineamento sulle posizioni di Paesi dal forte conservatorismo retrogrado, come per esempio l’Ungheria.
Apprendiamo della mobilitazione dei sindaci che in questi giorni hanno annunciato la propria intenzione di trascrivere i certificati di nascita costituiti all’estero con due mamme, richiedendo inoltre di sanare il vuoto normativo aprendo all’istituto giuridico del matrimonio egualitario e conseguente accesso alle adozioni. Rimangono però fuori dall’azione dei sindaci le famiglie composte da due padri e la relativa accessibilità alla Gpa, intorno alla quale chiediamo a tuttə l’avvio di una discussione seria e responsabile.
Ci sembra invece inaccettabile la chiusura a ogni tipo di dialogo con i sindaci da parte della ministra Roccella, che si giustifica dietro una plateale mistificazione della realtà, ovvero l’esistenza di sentenze della Cassazione che negherebbero il diritto alla trascrizione degli atti di nascita. Praticamente offensivo il riferimento della politica alla possibilità di adozioni per le coppie, che come sappiamo è estremamente tortuosa, costosa e soggetta all’arbitrio dei tribunali.
“Ci chiediamo fino a quando il governo Meloni riuscirà a nascondere la testa sotto la sabbia, ignorando le richieste che arrivano non solo dalla società civile, come indicano ormai molti sondaggi, ma anche organismi sovranazionali come il Parlamento europeo”, dichiara Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli.
“Ci troviamo di fronte a un cambiamento storico che andrebbe abbracciato quanto prima, per garantire il benessere e i più elementari diritti di genitori e bambinə; e tuttavia quel che continua a sostenere l’Italia è soltanto l’ostinata testardaggine ideologica di chi preferisce opprimere i più deboli e complicare l’esistenza di nuclei famigliari già esistenti. Continueremo allora a combattere per le famiglie arcobaleno, forti anche dell’appoggio delle istituzioni europee, alle quali chiediamo di sostenerci nella nostra lotta. È una battaglia che come poche altre vale la pena di portare avanti, perché riguarda le parti più indifese della nostra società, che senza il nostro supporto rimarrebbero prive di voce. Ancora una volta il nostro motto è ‘nessuno rimanga indietro’! ”