Gli attacchi alla comunità LGBTQIA+ in Italia si consumano ormai quotidianamente. Le persone queer non possono attraversare gli spazi del nostro Paese senza paura, senza chiedersi se domani il giornale parlerà anche di loro. Questa è l’Italia dell’odio.
Non possiamo dirci shockat3 dalle notizie degli ultimi giorni sulle violenze e minacce subite dalle persone della nostra comunità e anche questo è grave. Non doverci più sorprendere di azioni come queste ci restituisce la condizione in cui dobbiamo sopravvivere. Non possiamo dirci shockat3 dei pestaggi, degli insulti, delle minacce, degli agguati. Possiamo dirci stanch3. Possiamo e dobbiamo dirci che non siamo dispost3 ad accettare di chiamare “civile” un Paese che guarda in silenzio le nostre vite in pericolo, la nostra comunità sotto attacco.
Non accettiamo di essere il bersaglio di idologie violente e politiche disumane che contribuiscono a rendere le strade delle nostre città spazi non sicuri. Non accettiamo e non accetteremo mai la pornografia del dolore sulla nostra comunità, i post nelle ricorrenze contro l’omotransfobia da parte di politic3 e isituzioni tutte, le stesse che rendono possibile la violenza, i veri mandanti di questi crimini d’odio.
Viterbo, Gallipoli, San Giovanni Rotondo…
Tutta Italia è dell’odio e della violenza se non siamo mai al sicuro.
La nostra solidarietà alle persone colpite dall’odio.
Ci uniamo nella condanna di queste azioni inqualificabili e chiediamo che le istituzioni e le realtà democratiche facciano lo stesso, ma soprattutto che inizino ad operare nel segno della tutela di tutta la cittadinanza e della giustizia sociale che non permette violenza e sicuramente non la endorsa con narrazioni e politiche tossiche. Se l’Italia non è un luogo sicuro per la nostra comunità, non lo è per nessunə.