Nel corso di un’intervista il Presidente del Senato Ignazio La Russa, seconda carica dello Stato in forze al governo Meloni ha affermato: “un figlio gay lo accetterei con dispiacere”, paragonando poi in modo insensato l’orientamento sessuale alla fede calcistica.
Che una figura di tale rilevanza pronunci parole del genere, cariche di un’omofobia neanche velatamente mascherata, sarebbe del tutto inconcepibile e assurdo se non ci trovassimo in uno scenario politico in cui dichiarazioni del genere sono all’ordine del giorno. Non basta infatti sbarazzarsi di un busto di Mussolini per cancellare l’ideologia orribile, intrisa di una cultura patriarcale ormai morente, alla quale fa riferimento La Russa.
“Anni di lotte sociali e politiche, di promozione della cultura dell’accettazione, di lavoro con le associazioni di genitori, vengono completamente ignorate da La Russa con una leggerezza che ci fa rabbrividire”, ha commentato Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli. “Parole del genere pronunciate in contesti reali provocano abusi, discriminazione, tragedie famigliari, violenza, situazioni di disagio e traumi. Anche chi ha sempre osteggiato duramente la comunità LGBTQIA+ deve iniziare a rendersene conto: è una responsabilità politica e sociale che non può essere ignorata da La Russa, che dovrà rispondere pubblicamente di quanto detto”.