La censura istituzionale contro Serena Bortone

“Con forza denunciamo pubblicamente la violenta censura istituzionale che questo governo sta adottando nei confronti di Serena Bortone e tutt3 l3 giornalist3. Le azioni come questa altro non sono che attacchi diretti alla libertà di stampa e di espressione, fondamenta imprescindibili di una società democratica”, queste le parole del Presidente del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli e portavoce del Roma Pride Mario Colamarino.

La chiusura del programma “Che sarà?” di Rai3 concluso il 16 giugno è segnata dal provvedimento disciplinare post caso Scurati che ha colpito la conduttrice giornalista e che si configura a tutti gli effetti come un abuso di potere. Questo atto si inserisce in un contesto di crescente censura e istituzionale e violenza mediatica che colpisce chiunque osi opporsi o criticare l’attuale governo guidato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

In un momento storico in cui la libertà di espressione dovrebbe essere difesa e promossa, ci troviamo invece di fronte a una crescente pressione e intimidazione verso i media, il caso Rai è emblematico: il governo Meloni guida e stabilisce i contenuti dell’informazione pubblica, sanzionando ed eliminando tutte le voci che si discostano dai suoi diktat.

“Esprimiamo la nostra solidarietà alla giornalista Bortone, una professionista e un’alleata della nostra comunità, il suo volto non a caso era parte della campagna “Mai più zitt3!” lanciata dal carro del Circolo Mario Mieli in occasione della parata del 15 giugno del Roma Pride ed è stata anche nostra ospite nel villaggio della Pride Croisette alle Terme di Caracalla”, continua Colamarino.

La decisione di silenziare la sua voce non solo priva il pubblico di un’importante fonte di informazione, ma costituisce anche un monito per tutti coloro che cercano di esercitare il proprio diritto di cronaca in modo indipendente.

In un momento storico in cui la libertà di espressione dovrebbe essere difesa e promossa, ci troviamo invece di fronte a una crescente pressione e intimidazione verso i media, il caso Rai è emblematico: il governo Meloni guida e stabilisce i contenuti dell’informazione pubblica, sanzionando ed eliminando tutte le voci che si discostano dai suoi diktat. Questo comportamento autoritario è inaccettabile e deve essere contrastato con fermezza.

Conclude il Presidente: “Facciamo appello a tutte le organizzazioni internazionali, all3 collegh3 giornalist3, alle istituzioni democratiche e alla società civile affinché si uniscano a noi nella condanna di questa grave violazione dei diritti fondamentali. È essenziale mantenere alta la guardia e continuare a difendere con determinazione i principi della libertà di stampa e del pluralismo informativo.

La democrazia non può esistere senza una stampa libera e indipendente, e continueremo a lottare per garantire che queste libertà siano rispettate e protette.”

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