14.00, una nuova ora si aggiunge ad un tempo interminabile di attese e posticipazioni. Oggi La commissione Giustizia del Senato italiano si riunisce per decidere sulla calendarizzazione del ddl Zan e le relative modalità di discussione.
A presiedere la commissione è Andrea Ostellari, parlamentare della Lega, che quattro mesi dopo l’approvazione alla Camera non ha ancora intenzione di fissare una data certa per discutere sulla legge. Un testo in ostaggio del centrodestra (Lega Nord, FdI, FI) e anche di un nuovo scenario politico, che vede i principali promotori e oppositori formare la stessa maggioranza.
Ad oggi sappiamo che il successo dell’iter di una legge sta nell’iniziativa, che sia parlamentare o extraparlamentare. Il classico metodo per auto negarsi una società che va verso un nuovo cambiamento sociale e culturale è il prendere tempo, un ostruzionismo che ogni giorno è un affronto a chi subisce violenze e atti discriminatori. Tempo prezioso, tempo che non andrebbe nemmeno messo in discussione in una riunione di commissione davanti a tanta violenza che ogni giorno i fatti di cronaca ci mostrano.
Dopo aver minacciato di dare la nomina di relatore della legge al senatore Simone Pillon, notoriamente contrario alla legge, il senatore Ostellari dovrebbe riconoscere nel ruolo che ha una posizione super partes, come previsto da chi presiede i lavori di una qualsiasi commissione. All’ostruzionismo quindi si risponde con l’attivismo e con l’informazione per far sì che questa legge non rimanga ancora bloccata.
In questi quattro mesi sono già troppi gli episodi di omofobia dei quali abbiamo avuto notizia, ogni giorno in più è un crimine impunito e di questo se ne dovrebbero rendere conto anche i parlamentari della Lega, che oggi dicono di essere per una legge che tuteli il rispetto per tutti. Ad oggi però, casi di discriminazione eterosessuale non sono mai esistiti.