Quando si tratta di omotransfobia istituzionalizzata da parte del governo Meloni non ci sono confini: tra Italia e Albania è stato infatti stretto un accordo che prevede lo spostamento in Albania di 3mila persone migranti al mese intercettate dalla nostra Marina.
Da questa operazione di “deportazione” dovrebbero essere escluse le categorie più vulnerabili che hanno diritto d’asilo, come bambin3, donne incinte, vittime di persecuzioni politiche o per motivi razziali. Tuttavia a marzo, ancora in attesa di approvazione, è stata presentata una proposta di legge che esclude dalla protezione speciale le vittime di persecuzione a causa del loro orientamento sessuale o identità di genere.
In pratica – dovesse essere approvata questa esclusione – per il governo l3 migranti LGBTQIA+ non hanno diritto a essere protett3, ma possono subire lo stesso “dirottamento”, iniquo a prescindere, riservato ai migranti uomini maggiorenni. Uno spostamento, peraltro, in un Paese al di fuori dall’UE e che non deve rispettare le normative europee e che, per quanto civile, nel proprio codice penale discrimina ancora le persone LGBTQIA+.
“Con questo accordo sulla pelle dell3 migranti Giorgia Meloni cerca di deportare persone in Albania“, commenta Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli. “Vuole lavarsi le mani e la coscienza, evitando di risolvere questioni più urgenti: dove c’è un’emergenza sposta spesso l’attenzione su altri temi, usando le solite armi di distrazioni di massa, tra cui per l’appunto la comunità LGBTQIA+”.
“Speriamo e chiediamo che l’Unione Europea vigili su questa mossa dell’Italia e intervenga per reintegrare la tutela all3 migranti LGBTQIA+, perché il nostro Paese non può diventare come l’Ungheria e la Polonia. Nel corso dei meeting internazionali delle associazioni LGBTQIA+ si percepisce una grande paura per la sorte dell’Italia rispetto al tema dei diritti civili. Questo è il risultato di un anno di governo Meloni”.
