È da quasi 20 anni che ogni 17 maggio viene celebrata la Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, nata a partire dalla cancellazione dell’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali da parte dell’Oms nel 1990: un momento importante, anzi fondamentale, che ha segnato uno spartiacque per quel che riguarda il riconoscimento della più elementare dignità dei membri della comunità lgbtqia+. Di acqua ne è passata sotto i ponti e in oltre tre decadi è grazie a tante battaglie è arrivata anche una maggiore consapevolezza e apertura da parte della società che ci circonda.
In Italia rimangono tuttavia varie questioni irrisolte, prima fra tutte, in ordine di rilevanza politica, l’assenza di una legge che punisca adeguatamente i crimini d’odio e che quindi faccia da deterrente. “In quest’occasione, come da molti mesi a questa parte, chiediamo a gran voce che le istituzioni facciano qualcosa contro l’omo-lesbo-bi-transfobia che continua a incancrenire la nostra società, varando una legge che ci protegga e che riconosca i pieni diritti delle persone lgbtqia+ davanti allo Stato”, dichiara Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale “Mario Mieli”.
Allo stesso tempo, come abbiamo imparato duramente sulla nostra pelle, l’unico modo davvero efficace di prevenire il miscuglio irrazionale di pregiudizio, discriminazione e ostilità violenta di una cultura pervicacemente patriarcale è quello di intervenire non soltanto a livello legislativo ma anche pedagogico. In una giornata in cui le scuole sono chiamate a promuovere eventi di sensibilizzazione, di conoscenza e formazione, risuonano in modo sinistro accuse e invettive farneticanti di forze politiche che continuano a parlare di una fantomatica “propaganda gender”, da cui dovrebbero essere salvatə lə più giovanə.
Come spesso si afferma, le nuove generazioni rappresentano la speranza del nostro mondo. E proprio bambinə, ragazzə, adolescenti e giovani adultə dovrebbero essere lə destinatarə principali di iniziative come quella che si celebra oggi. Cercare di ostacolare questo processo significa portare avanti una battaglia di retroguardia al servizio dell’odio e dell’ignoranza che va fermata a ogni costo.
L’11 giugno, quando per le strade della capitale sfilerà con tutta la sua irriducibile vitalità il nostro orgoglio, nel corso del Roma Pride 2022, rappresenterà un momento simbolico che – ne siamo sicuri – donerà nuova linfa vitale – alla lotta che conduciamo da anni contro l’intolleranza e la paura che attanagliano la società italiana.