EVENTO
Presidio domenica 28 marzo, ore 17, via Giuseppe di Bartolo, 24
(fermata metro Valle Aurelia, parcheggio autobus)
Se toccano unə toccano tuttə.
Siamo arrabbiatə, perché un’altra persona è stata aggredita per il solo fatto di mostrare liberamente la sua identità. Con un bacio.
Abbiamo perso il conto e sappiamo già che non sarà l’ultimə.
Ma non siamo vittime e non abbiamo paura. La Storia ci voleva invisibili e l’abbiamo riscritta, nonostante qualcunə punti a ricacciarci ai margini.
Non abbiamo bisogno di sopravvivere all’interno di una società eteropatriarcale, razzista e sessista, abbiamo un’altra idea di futuro che non coincide con la normalità pre-covid. Durante la pandemia, infatti, sono aumentate le richieste di aiuto da parte di persone LGBTQIA+ e donne a causa di soprusi e vessazioni tra le mura domestiche.
Ai vostri pregiudizi ed alla vostra violenza rispondiamo con la nostra presenza in piazza, con favolosità e irriverenza. Vogliamo liberare la società intera dall’odio e dalla violenza che reprimono il diritto di essere e di amare.
Nonostante la zona rossa, scendiamo in piazza per dichiarare una zona rainbow sicura per tutte le nostre identità, così come dichiarato di recente dal Parlamento Europeo in risposta alla deriva autoritaria e persecutoria che abbiamo visto in Polonia.
Non ci spaventa la battaglia che abbiamo di fronte,
nonostante la zona rossa manifesteremo e ci prenderemo cura lə unə dellə altrə.
Siamo statə rintanatə per molto tempo. Uscire fuori non era previsto.
Vederci, riunirci, persino toccarci, ci era vietato. E non parliamo degli ultimi mesi, parliamo degli ultimi secoli.
Per troppo tempo abbiamo fatto finta che ci andasse bene così. Poi abbiamo cominciato a lottare e, dal quel giorno, non ci siamo più fermatə.
Sappiamo che questa violenza ha radici profonde e la proviamo quotidianamente sui nostri corpi.
Sappiamo che il Parlamento discute di una legge contro l’omo-lesbo-bi-trans-intersex-afobia, la misoginia e l’abilismo, che introduce i crimini d’odio basati su sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere. Pretendiamo che questa legge venga immediatamente calendarizzata e approvata in Senato, senza alcuna modifica o compromesso al ribasso.
Ma sappiamo anche che tutto questo non basta, conosciamo le radici culturali e sociali di queste discriminazioni. Pretendiamo educazione sessuale, all’affettività e alle differenze nelle scuole di ogni ordine e grado, come avviene in tutta Europa e come da oltre 10 anni raccomanda l’OMS; vogliamo il riconoscimento della genitorialità per tuttə; vogliamo la piena parità e dignità per ogni identità di genere fuori dal binarismo uomo-donna.
Reclamiamo consultori e centri antiviolenza autonomi, per donne e persone LGBTQIA+, la fine della rettificazione genitale alla nascita per le persone intersex, la piena depatologizzazione dei percorsi di transizione e una riforma della legge 164/1982, la piena applicazione della legge 194 sull’aborto, nonché una legge che vieti a chi pretende di curarci di praticare le cosiddette “terapie di riconversione”. Vogliamo che i fondi messi in campo dalla legge per centri e case rifugio siano incrementati in base ai reali bisogni delle nostre soggettività.
Sappiamo cosa vogliamo.
Ci riprenderemo lo spazio pubblico che violenze come queste vorrebbero sottrarci per gridare non solo che baciamo chi ce pare, ma soprattutto che se toccano unə toccano tuttə quantə noi.
Link all’evento: https://www.facebook.com/events/747416229290143/