Nella giornata in cui l’Italia celebra la festa del lavoro, ci chiediamo se il primo maggio possa davvero essere una festa per tutt3.
SPAZI DI LAVORO SICURI? Mica tanto.
Secondo dati recenti del Ministero del Lavoro, il 35% delle persone LGBTQIA+ ha subito discriminazioni o molestie sul lavoro a causa della propria identità di genere o orientamento sessuale.
Questi numeri parlano chiaro: la discriminazione non è un fenomeno isolato, ma una costante nel tessuto del mondo lavorativo italiano. Le persone transgender sono particolarmente colpite, con il 60% che riporta discriminazioni durante il processo di assunzione o nel corso della propria carriera.
Ci sono stati progressi? SÌ MA…
La discriminazione sul lavoro nei confronti delle persone LGBTQIA+ continua ad essere una realtà diffusa. Molte persone LGBTQIA+ incontrano ancora ostacoli nell’accesso al lavoro, nell’avanzamento di carriera e nelle opportunità di formazione a causa della loro identità di genere o orientamento sessuale. Le persone transgender, in particolare, possono affrontare discriminazioni più gravi e sistemiche.
Inoltre, manca ancora una piena consapevolezza e sensibilizzazione da parte di molte aziende e datori di lavoro riguardo alle sfide specifiche che le persone LGBTQIA+ possono affrontare sul posto di lavoro. Ciò può portare a un clima lavorativo non inclusivo e a comportamenti discriminatori che mettono a rischio il benessere e la produttività dei dipendenti LGBTQIA+.
DIVERSITY AND INCLUSION: LE VOGLIAMO DAVVERO.
Nonostante le “buone pratiche di molte aziende italiane, spesso queste parole tendono a restare vuote senza una vera e propria consapevolezza sulle tematiche e sulle necessità delle persone LGBTQIA+, sia dal punto di vista personale sia da quello collettivo.
Oggi, nella festa del lavoro, rinnoviamo il nostro impegno per creare un ambiente di lavoro equo e inclusivo per tutte le persone LGBTQIA+. È solo attraverso l’unità e la determinazione che possiamo trasformare questa visione in realtà.
La discriminazione sul lavoro non può più essere ignorata. È tempo di agire, di lottare e di lavorare insieme per un futuro in cui ogni individuo sia libero di essere se stesso sul posto di lavoro, senza paura e senza pregiudizi. Solo allora il primo maggio sarà una festa per tutt3.