La Grecia ha visto ieri concretizzarsi quello che per l’Italia pare essere ancora un miraggio sfocato: la legalizzazione del matrimonio egualitario, con l’estensione di tutti i diritti alle coppie omosessuali sposate, incluso il diritto all’adozione.
Un enorme passo avanti per il Paese ellenico, alla cui testa c’è un governo di destra conservatore guidato dal primo ministro Kyriakos Mitsotakis.
L’approvazione della legge è infatti avvenuta anche grazie ai voti delle opposizioni sia di sinistra che interne: uno scenario impensabile in Italia, dove le lotte politiche ideologiche prevalgono su qualsiasi progresso nel campo dei diritti civili.
La battaglia di Mitsotakis, peraltro contrario alla gestazione per altr3, è stata condotta secondo il principio per il quale “non ci sono persone invisibili con meno diritti delle altre”: una lezione che dovrebbero imparare i partiti liberali italiani che vogliano definirsi davvero tali.
Se la Grecia è così diventata il 16° paese dell’Unione Europea, il 21° paese in Europa e il 37° paese al mondo ad approvare il matrimonio egualitario, l’Italia rimane l’ultimo Stato occidentale europeo a negare questo diritto di base ai propri cittadini.
“Ci congratuliamo con la Grecia per questo importante traguardo, nonché con l3 nostr3 compagni3 della grande famiglia Epoa, che abbracceremo a Salonicco in occasione dell’EuroPride del 29 giugno. Non possiamo non notare quanto sia stato rapido, per quanto difficoltoso, il processo di discussione in Parlamento della legge sul matrimonio egualitario”, osserva Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli. “Se pensiamo ai compromessi e alle concessioni a metà quali la stepchild adoption, superata a destra dalla possibilità di adozione greca, cadiamo nello sconforto. Che la Grecia sia dunque d’esempio per la politica italiana, o almeno per gli schieramenti che non sono preda dell’estremismo religioso o dell’ottusità ideologica”.