La Corte d’appello di Milano ha ribaltato la sentenza del Tribunale del 2023, cancellando il riconoscimento della madre intenzionale, e quindi della doppia maternità, nel caso di tre famiglie che avevano fatto ricorso alla procreazione medicalmente assistita all’estero.
Un atto gravissimo, che equipara anche questi tre nuclei alle analoghe coppie maschili omosessuali che erano state messe davanti al baratro giudiziario della mancanza di tutele dell3 minori. Un dietrofront incredibile, perché con il pretesto di una ricostruzione processuale falsata sottrae a unə minore bisognoso la possibilità di avere una madre, una figura che l’ha fortemente volutə e che desidera assumere su di sé tutti i doveri e le responsabilità del caso.
La Corte ha invece consigliato alle tre coppie di procedere all’adozione in casi particolari, che sappiamo benissimo essere un processo lungo, faticoso e costoso, e che ancora una volta passa per le aule di un tribunale, come se si trattasse di un reato o un illecito. Ma cosa c’è di particolare, cosa c’è di criminale in una famiglia che vuole prendersi cura del proprio bambino?
“Di fronte a una sentenza che ci rattrista molto e contro la quale combatteremo duramente, l’unico messaggio positivo è quello lanciato dalla stessa Corte quando sottolinea la necessità dell’intervento del legislatore”, ha commentato Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli.
“È da tempo che chiediamo una legge che definisca i diritti delle coppie omogenitoriali e dell3 loro bambin3, ma da parte del Governo c’è stata solo ostilità, rinuncia a ogni dialogo e conflitto aperto, sfociato nell’impugnazione delle trascrizioni degli atti di nascita esteri, su cui si è espressa più volte l’Unione Europea. La pazienza è finita, il Paese sta andando avanti e la nostra società non può fermarsi al Medioevo!”