Colpisce la tragica storia del suicidio di un ragazzo 13enne a Palermo, vittima per anni di atti di bullismo. Colpisce perché nell’oceano di dolore che ha sommerso le persone care al giovane rimane una certezza: si poteva fare qualcosa per evitarlo.
Quando accade un evento simile è tutta la società sotto accusa, in quanto non ha importanza l’effettivo orientamento sessuale del ragazzo colpito dalla violenza omofobica. Ormai sappiamo che è necessario portare nelle scuole corsi e lezioni regolari di educazione sessuale, affettiva ed emotiva, affinché questi casi siano sempre meno, per poi scomparire in un futuro prossimo.
Ogni essere umano ha diritto a essere rispettato e amato. Una società che ha dimenticato questo principio base, e nella quale viene alimentato invece il pregiudizio e la discriminazione, è una società che ha tradito i suoi cittadini.
“Ci stringiamo attorno ai genitori del ragazzo che si è tolto la vita dopo essere stato vittima di bullismo. Vogliamo anche ricordare che recentemente alcuni esponenti della maggioranza hanno definito l’educazione affettiva e sessuale nelle scuole una “nefandezza” e una “porcheria”: con questo ostruzionismo otterremo solo altre vittime”, ha commentato Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli.
“È arrivato il momento di capire che il mondo è finalmente cambiato e non si possono più tollerare avvenimenti del genere. Dobbiamo fare quanto in nostro potere per crescere una generazione tollerante e aperta e non plagiata dall’odio irrazionale e dalle paure dei genitori.”