Omofobia e sport, il coming out è ancora un tabù: lo dimostra il caso di Jakub Jankto, calciatore dichiaratamente gay che nella prossima stagione calcistica tornerà in serie A in forze al Cagliari.
Sei mesi fa il ragazzo ebbe il coraggio di fare coming out in un ambiente in cui l’omosessualità è totalmente invisibile, fino ad arrivare all’assurdità per cui non ancora oggi non esisterebbe affatto atlet3 lgbt+.
Purtroppo il mondo della politica italiana non ha tardato a far sentire la sua voce, nella persona del Ministro dello Sport Andrea Abodi , il quale commentando la vicenda ha detto di non fare discriminazioni per quanto riguarda “la sfera delle scelte personali”, pur non amando “le ostentazioni”.
“È incredibile che un atto liberatorio e di grande ispirazione come un coming out di tale portata pubblica venga definito ostentazione da parte di un rappresentante del governo”, ha ribadito Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli.
“Sembra davvero che i membri dell’esecutivo Meloni non perdano occasione per ribadire la loro ostilità ideologica alla pura e semplice esistenza di persone LGBT+. Jankto sfonda un tetto di cristallo dello sport e invece di complimentarsi per questo gesto rivoluzionario ecco Abodi parlare dell’omosessualità come di una ‘scelta personale’, quasi una moda passeggera. Un messaggio terribile, e contrario ai valori dello sport, per l3 tant3 ragazz3 che tuttora evitano di uscire allo scoperto ed essere se stess3 per paura di finire marginalizzat3 ed esclus3 dall3 propri3 compagn3 di squadra. Chiediamo che il Ministro corregga le proprie parole, nel rispetto di tutt3 l3 cittadin3 che rappresenta”.