La comunità LGBTQIA+ e in special modo le famiglie arcobaleno sono sotto attacco, lo ripetiamo ormai da tempo, ma questa volta da parole e minacce il governo è passato ai fatti.
La Procura di Padova ha infatti chiesto al Comune gli atti di nascita delle famiglie omogenitoriali registrati negli ultimi 6 anni, allo scopo di effettuare una rettifica. Parliamo di 33 bambin3 riconosciuti ufficialmente dal sindaco Giordani e ai quali ora lo Stato, invocando cavilli burocratici, vorrebbe negare un genitore.
A Bergamo invece il tribunale ha stralciato dal certificato di nascita il nome di una delle due madri di una bambina di 9 mesi, concepita tramite procreazione medicalmente assistita.
L’applicazione della circolare del Ministro dell’Interno Piantedosi, avvenuta in un momento tutt’altro che casuale e in maniera assurdamente reatroattiva, rischia quindi di provocare danni irreparabili ai nuclei famigliari, costituisce un precedente gravissimo nonché una vera e propria dichiarazione di guerra nei confronti della nostra comunità.
“Al posto di tutelare bambin3 che hanno già 6 anni, che quindi sono inserit3 a tutti gli effetti nella società italiana, il governo vuole negare loro i diritti più basilari, tra cui quello di poter disporre delle cure di una delle loro madri”, afferma il presidente del Circolo di Cultura Omosessuale “Mario Mieli”, Mario Colamarino.
“L’imposizione del modello di famiglia tradizionale di stampo conservatore sta diventando sempre più violenta e verrà scontata sulla pelle di famiglie già costituitesi. L’attacco alle famiglie arcobaleno viola tutte le disposizioni dell’Unione Europea e porta indietro di decenni la battaglia per i diritti civili: è arrivata l’ora di mobilitarci per fare sentire la nostra voce e le voci di tutte le persone in questo Paese che tengono ai diritti e schierarci contro questa persecuzione nei nostri confronti.”