“Sei una donna, non un uomo”. Con queste parole di una violenza inaudita un professore del Liceo Cavour di Roma ha annullato il compito di uno studente, colpevole solo di aver firmato il documento con il suo nome di elezione. Al ragazzo, allə studentə e poi alla vicepreside, che continuava a ribadire la validità del Regolamento sull’Identità Alias approvato dall’istituto, il docente ha ribadito nuovamente la sua ignoranza e la totale indifferenza all’altrui benessere: “Davanti a me ho una donna, non posso riferirmi a te diversamente”.
Quanto accaduto al Liceo Cavour ci parla ancora una volta di un Paese ostile alle persone trans e indifferente al principio di autodeterminazione. A pochi giorni dal TdoR del 20 novembre – il giorno nato per commemorare le vittime dell’odio verso le persone transgender e non binary, per il quale il Circolo Mario Mieli ha organizzato varie iniziative – ricordiamo gli innumerevoli casi di intolleranza e discriminazione che spesso occupano le pagine dei giornali e che possono sfociare tragicamente nel suicidio. Il rischio è quello di rendere vana la sofferenza di una persona come Cloe Bianco, che dopo un’esistenza di difficoltà ha scelto di terminare la propria vita tra le fiamme.
“Per fortuna la dirigente del liceo si è schierata dalla parte dello studente, per quanto al momento non risultino interventi disciplinari, che chiediamo come segnale forte ed esemplare e non per mera vendetta”, ha dichiarato il presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Mario Colamarino. “Questo ennesimo episodio di transfobia nelle scuole dimostra tutta l’arretratezza di una parte del corpo docenti, al quale manca ancora un’adeguata formazione. Basterebbe tuttavia adeguarsi alle disposizioni esistenti senza voler imporre un’ideologia transfobica dell’intolleranza e dell’esclusione, in particolar modo in un luogo come la scuola, deputato a insegnare rispetto e apertura e a formare lə giovani, un luogo in cui tuttə dovrebbero potersi sentirsi pienamente se stessə.”