Come preannunciato dall’elezione di ieri di Ignazio La Russa a Presidente del Senato, oggi al leghista Lorenzo Fontana è stata assegnata la presidenza della Camera tra le proteste dell’opposizione.
Dopo il 25 settembre preannunciavamo tempi bui per la comunità LGBTQIA+ italiana e queste prime configurazioni parlamentari non fanno che rendere ancora più foschi i nostri presagi.
È un curriculum raccapricciante quello dell’ultraconservatore cattolico Fontana, la cui elezione sembra davvero una violenta provocazione nei confronti del campo progressista: già Ministro della Famiglia, filo-putiniano (“un riferimento per chi crede in un modello identitario di società“), contestatore della legge Mancino contro le discriminazioni razziali e religiose (“usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano“), anti-abortista (“l’aborto è la prima causa di femminicidio nel mondo”), negazionista rispetto alle famiglie arcobaleno (“per la legge non esistono”) e fortemente avverso ai diritti LGBTQIA+, riassunti sotto l’ormai ridicola teoria-ombrello del gender. Nonché, ovviamente, nostalgico del ventennio.
Se dopo l’elezione di La Russa, noto collezionista di busti di Mussolini, abbiamo avuto un più che legittimo moto di sdegno, con quella di Fontana sappiamo di avere a che fare con un nemico della nostra comunità. Ci troviamo di fronte a una crisi profonda dell’autorevolezza delle istituzioni democratiche se i parlamentari del nostro Paese dovranno rispondere a un personaggio che in passato ha diffuso fake news per cui “la famiglia naturale è sotto attacco, vogliono dominarci e cancellare il nostro popolo” e che ha patrocinato l’imbarazzante Convegno mondiale della Famiglia 2019 a Verona, riunione di associazioni pro-life e anti-LGBTQ+ unite nella contrarietà all’aborto, nella condanna dell’omosessualità e nella limitazione dei diritti civili e delle donne.
“La seconda e la terza carica dello Stato devono garantire rappresentatività, laicità dello Stato e spirito antifascista, oltre che rispettabilità: le scelte operate dalla maggioranza vanno nella direzione esattamente contraria e questo non può che destare la viva preoccupazione e l’allarme della nostra comunità”, ha affermato il presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Mario Colamarino. “Come associazione LGBTQIA+ siamo prontə a dare battaglia insieme a chi vorrà unirsi a noi, ricordando le parole della nostra amica, la partigiana Tina Costa, che ha avuto modo di indignarsi contro lo stesso Fontana: ‘Quando ci sono diritti in pericolo bisogna metterci la faccia‘.”