Ancora una volta Fratelli d’Italia tenta di mascherare con la parola Vita quella che, in realtà, è una mannaia oscurantista e puramente ideologica sulla dignità delle donne. Partendo dall’assurda premessa che sia l’aborto – o meglio la possibilità di sceglierlo – la principale causa di scarsa natalità, Fratelli d’Italia ha proposto una mozione per inserire nello Statuto di Roma Capitale la dicitura di “Città per la Vita” alla quale far seguire politiche di informazione e sostegno per le donne che vogliano abortire, col chiaro intento di influire sulla decisione e colpevolizzare le donne che scelgono l’aborto.
All’indomani della Giornata Internazionale dei Diritti della Donna, sono proprio questi, i diritti, ad essere messi in discussione per l’ennesima volta. A farlo è il partito di Giorgia Meloni che con la consueta furia ideologica attacca l’autodeterminazione delle donne con un duplice obiettivo: scardinare la 194 e far finta che non esistano rivendicazioni ancora urgenti e centrali, che il mondo femminile solleva con decisione quotidiana.
“Da sempre il Circolo Mario Mieli e tutta la comunità LGBT+ lotta affinché Roma sia una “città per la vita”. Una vita che, partendo dall’inviolabile diritto di ogni persona di autodeterminarsi ne agevoli, attraverso l’impegno attivo delle istituzioni cittadine, la piena realizzazione.
Il nostro impegno politico è per un cambiamento definitivo verso la civilizzazione, la laicità, la democrazia e il rispetto di tutt*.
E tra i problemi urgenti che meritano soluzione, per il Circolo Mario Mieli c’è senza dubbio quello della salute delle donne. Un traguardo ancora tutto da conquistare che passa per una revisione della legislazione oscurantista in merito di procreazione assistita, una ferma condanna dei tentativi di attacco, a cui ancora oggi assistiamo, per conquiste importanti in tema di libertà e autodeterminazione del corpo quali la legge 194 e la mancanza di un’attenzione reale da parte delle istituzioni al tema dell’educazione alla salute sessuale.
Inoltre, le donne lesbiche e le donne trans italiane vivono in un Paese che non le vuole madri, mogli, compagne e, talvolta neppure figlie, un Paese in cui il fenomeno della violenza sulle donne è ben lontano dal dirsi superato e che, troppo spesso, resta nascosto dietro un muro di silenzio e di indifferenza.
È arrivato il momento di raccogliere nuove forze, necessarie per realizzare il cambiamento culturale, politico e sociale, mai stato tanto urgente e necessario. La battaglia delle donne per la costruzione di una reale uguaglianza, in questo senso, è la medesima battaglia della comunità LGBT+ e noi come Circolo saremo in prima fila a combatterla” ha dichiarato Claudio Mazzella, Presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli.