Brunei, il sultano impone la lapidazione per gay e adulteri

Dopo le terrificanti dichiarazioni dei partecipanti all’ormai imminente Congresso di Verona tutto preoccupa, ma niente sconvolge più. Nemmeno la notizia riportata dal quotidiano britannico “The Guardian” secondo cui Hassanal Bolkiah, il sultano del Brunei, avrebbe deciso che dal 3 aprile adulteri e rapporti omosessuali saranno puniti con la lapidazione.

Non si tratta di una novità. È da anni che nella piccola isola del Sud-Est asiatico Hassanal Bolkiah ha imposto una forma più conservatrice di Islam. A tal proposito già nel 2014 aveva annunciato la nascita di un nuovo codice penale basato sulla sharia, il sistema legale ispirato al Corano che impone severe pene corporali. Parecchie star di Hollywood, a partire da Oprah Winfrey, Jay Leno e Ellen DeGeneres, avevano scelto di protestare rinunciando all’annuale “breakfast” nel Beverly Hills Hotel, di proprietà proprio del sultano. Il boicottaggio tuttavia non era bastato. Hassanal Bolkiah detta legge dal 1967 e oltre ad essere il secondo regnante più longevo della storia dopo Elisabetta II è anche uno degli uomini più ricchi del mondo, con un patrimonio di oltre 20 miliardi.

Anche stavolta le critiche più pesanti sono giunte dalla scena internazionale. «Legittimare sanzioni tanto crudeli come la lapidazione è spaventoso», ha dichiarato Rachel Chhoa-Howard, ricercatrice del Brunei, ad Amnesty International, aggiungendo che alcuni episodi «non dovrebbero nemmeno essere considerati reati, compreso il sesso consensuale tra adulti dello stesso sesso».

 

LE RESTRIZIONI IN BRUNEI

Il piccolo stato deve la sua fortuna al petrolio, che si estrae dal 1929. Grazie agli introiti dell’oro nero i cittadini non pagano le tasse e possono accedere gratuitamente al sistema sanitario e scolastico. Proprio per questo pare che il sultano Hassanal, nonostante non sia per nulla stimato a livello internazionale, sia molto amato dai suoi cittadini. Eppure le restrizioni non mancano. Da tempo è bandito l’alcol, vengono applicate multe e condanne per chi ha avuto figli fuori dal matrimonio e per chi non prega il venerdì. Oltre alla lapidazione, dal 2015 sono previsti cinque anni di carcere a chi festeggia il Natale e l’amputazione di una mano e di un piede per il reato di furto.

 

LO SCENARIO INTERNAZIONALE

La scelta del sultano del Brunei non è di certo un’eccezione: secondo l’ILGA (International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association), gli Stati che ancora oggi puniscono i rapporti consensuali tra persone dello stesso sesso sono ben 77.  Africa e Asia sono i continenti con il maggior numero di paesi in cui essere gay è un reato e la sharia punisce la sodomia in gran parte del Medio Oriente oltre che con la lapidazione anche con multe e con il carcere. Non spaventa solo questo. Il dato più preoccupante è che alcuni di questi paesi hanno adottato o inasprito le sanzioni solo di recente.

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