Tra un mese esatto verranno assegnati i tanto attesi Oscar 2019, come avviene ogni anno, da una giuria composta da ottomila esperti del settore. Nel frattempo sono state annunciate le nomination per ogni categoria che, come di consueto, hanno destato polemiche ma anche parecchie sorprese. Per la prima volta nella storia degli Oscar i film a tema LGBT+ hanno sbaragliato la concorrenza, oscurando quasi completamente storie d’amore eterosessuali e le quote rosa. Sono proprio le donne le grandi escluse di questa edizione: tra i premi principali, infatti, ci sono solo candidati uomini. A tal proposito Melissa Silverstein, fondatrice del movimento Women and Hollywood, ha subito lanciato su Twitter l’hashtag #Oscarsomale per esprimere il suo disappunto. Aspettiamoci dunque discorsi e battute pungenti durante la cerimonia del 24 febbraio.
Questo non toglie che l’Academy stia recependo il messaggio di inclusione che le comunità LGBT+ di tutto il mondo stanno promuovendo anche attraverso la cinepresa. Non a caso, già due anni fa, per la prima volta aveva vinto come miglior film Moonlight, con un protagonista omosessuale.
Quest’anno a fare la voce grossa è La favorita, un ménage a trois tutto al femminile del greco Yorgos Lanthimos, con 10 candidature, e Vice, con 8, che racconta la scelta complicata di Dick Cheney, vice di Bush, di sostenere l’ormai ex presidente degli Stati Uniti nell’emendamento costituzionale che vieta i matrimonio tra persone dello stesso sesso nonostante sua figlia sia lesbica. Una menzione speciale merita A star is born, il film diretto e recitato da Bradley Cooper, che non racconta una storia gay ma che vede come protagonista Lady Gaga, dichiaratamente bisessuale, nei panni di una cantante alle prime armi che si esibisce in un night club insieme alle sue amiche Drag Queen, tra cui Shangela e Willem di Rupaul’s Drag Race.
Delude invece Bohemian Rhapsody, biopic sui primi quindici anni di carriera dei Queen e di Freddie Mercury, che in Italia ha raggiunto numeri da capogiro diventando il film più visto del 2018 e il quinto come miglior incasso negli ultimi dieci anni, ma che ottiene solo 5 candidature.
Tra gli altri film LGBT+ candidati vanno menzionati Green Book, con 5 nomination, Copia originale, con 3 nomination, e il cortometraggio Marguerite che racconta la storia di una donna anziana e la sua infermiera che sviluppano un’intensa amicizia capace di portare alla luce il desiderio omosessuale fino ad allora represso.
Per Fellini il cinema non era altro che il modo più diretto per entrare in competizione con Dio. Stavolta basterà dar fastidio ai piani alti americani e, chissà, magari anche a quelli del nostro Paese.
Ecco tutti i candidati LGBT+
La Favorita: 10 nomination
A Star is Born: 8 nomination
Vice: 8 nomination
Green Book: 5 nomination
Bohemian Rhapsody: 5 nomination
Copia Originale: 3 nomination
Marguerite: 1 nomination