Le parole sono pericolose, quelle dei giornali soprattutto, anche se buttate a caso per vendere qualche copia più.
Il pericolo nasce dalle narrazioni che ne conseguono, dal continuo alimentare il fuoco dell’odio verso le minoranze e dall’utilizzo di quest’odio come arma di distrazione di massa, mentre il Paese è politicamente, economicamente e culturalmente al tappeto.
Protestare con Libero non ha senso, la sua linea editoriale è chiara, per questo motivo, cogliendo il giusto appello di Daniele Viotti, abbiamo deciso di iniziare a scrivere ai suoi sponsor per chiedere a queste realtà commerciali una netta presa di distanza da un giornale sempre più omofobo, razzista, misogino e discriminatorio.
Noi continueremo a lottare e a far sentire la nostra voce. Sempre.
Sebastiano F. Secci