“Papà, venerdì a scuola mia c’è sciopero”.
Non sono le parole di uno studente qualsiasi, bensì quelle del figlio di Matteo Salvini.
Di questo sciopero, di queste proteste, di queste manifestazioni, siete riusciti a farne un’occupazione. Eppure, siatene certi, avete realizzato qualcosa di enormemente più significativo, perché non siete più solo ed esclusivamente fra quelle mura: avete abbattuto un muro di violenza e prepotenza razzista, xenofoba, omofoba e fobica di chissà quante realtà – in cui chiunque, per qualsiasi ragione, rientrerà prima o poi.
“Abominio perverso”, come scrivono sui muri, è chi tenta di impedire che sbocci una coscienza che in voi è già fiore. Siete ovunque, vi siete riversati per le vie, per le piazze dove dilaga una legge brutale, inumana ed incostituzionale che schiaccia e schiaccerà chiunque dica “No!”.
E voi, tutte e tutti, avete gridato un “No!” tanto forte che è giunto sino a studenti e studentesse schiacciati sotto il peso della progressiva svendita e privatizzazione della scuola pubblica, ai migranti perseguitati e, una ad una, a chi è stato piegato da questo sistema repressivo ed oppressivo che, come il procuratore Zuccaro, tenta di trovare un untore. E voi, noi, Baobab, Mimmo Lucano, siamo gli untori.
Che unzione sia, se dissenso significa unzione.
Avete gridato un “No!” tanto forte che è giunto sino al Circolo Mario Mieli. Come voi, anche noi siamo studenti e studentesse che ogni giorno lottano nelle aule perché non siano strappate le ultime briciole di istruzione che rimangono.
Il taglio di trenta milioni all’istruzione, che spunta nel decreto fiscale, è solo l’inizio di uno smantellamento che quotidianamente contestiamo, noi – giovani del Mieli e non – a cui stanno proibendo, negando e rifiutando una possibilità nuova di un nuovo domani.
In quanto volontario dei giovani del Mieli vi confesso: sono uno di voi, sono voi. E tutte queste parole non servono che ad esprimervi il sostegno e l’appoggio in questo momento tanto precario quanto risolutivo in cui ragazze e ragazzi come voi hanno osato trasgredire la Legge – quella ingiusta, iniqua, potente e prepotente.
Si ergeranno muri, di continuo e noi li abbatteremo; si spegneranno luci e noi le riaccenderemo – perché, come qualcuno mi ha ricordato, al buio non ci sono differenze: che sia schiacciato io o te non si noterà neanche; si metteranno a tacere gli scomodi e noi grideremo.
Noi, voi e noi insieme.
Sajjad Lohi, volontario del Circolo Mario Mieli ai Licei romani occupati.